Infanzia sul Baltico by Theodor Fontane

Infanzia sul Baltico by Theodor Fontane

autore:Theodor Fontane [Fontane, Theodor]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Biography & Autobiography, Personal Memoirs, Literary Figures
ISBN: 9788886496322
Google: h3kUAgAACAAJ
editore: Santi Quaranta
pubblicato: 2000-03-14T23:00:00+00:00


XI.

LA VITA IN CASA E IN CITTÀ

Nei due precedenti capitoli ho cercato di illustrare la vita che si conduceva a casa nostra, ora invece, intendo riferire di avvenimenti accaduti spontaneamente, senza la nostra partecipazione, provenienti dall’esterno che però accompagnarono e, in alcuni casi, modificarono la nostra esistenza. Ecco perché ho scelto come titolo «La vita in casa e in città», dove sono presenti in egual misura aspetti negativi e positivi.

In termini generali il quarto di secolo che va dalla caduta di Napoleone alla morte di Federico Guglielmo III viene considerato un’epoca di transizione, giudizio forse anche indovinato, ma per quanto riguarda il quinquennio (1827-1832) che trascorsi a Swinemünde, tale immobilismo fu interrotto da tutta una serie di grossi fatti: la liberazione della Grecia, la guerra russo-turca, la conquista di Algeri, la rivoluzione di luglio, l’indipendenza del Belgio dall’Olanda e la grande insurrezione polacca. Più avanti è mia intenzione specificare nei dettagli come tali remoti eventi giocarono un importante ruolo nella vita degli abitanti di casa nostra, soprattutto del sottoscritto, il cui giovane cuore s’infiammò precocemente a tali avvenimenti. Per il momento sorvolo sugli avvenimenti di portata internazionale per concentrarmi su quelli di portata locale che si svolsero sotto i nostri occhi. Per rispetto all’ordine cronologico dei fatti desidero riferire di quello che ritengo essere l’avvenimento più eccezionale: la vicenda di Mohr e di sua moglie.

Chi era Mohr?

Il giorno stesso del nostro arrivo il vecchio cocchiere Ehm, durante l’ispezione della casa, aveva accennato a quel fatto, senza però entrare nei particolari e solo alcune settimane più tardi, quando per caso mi giunse alle orecchie quel nome, ne chiesi notizie a Ehm. Il cocchiere, fin troppo smanioso di affrontare finalmente l’argomento, mi condusse immediatamente nella sua stanza e, accingendosi a trinciare la paglia, mi indicò uno sgabello su cui mi sistemai per ascoltare la storia che desiderava raccontarmi. «Ebbene sì», concluse infine nel suo abituale dialetto, «questa è la storia di Mohr e di sua moglie. Ora sono entrambi in prigione, la moglie è malandata e malata e non resisterà a lungo, lui invece è ancora in gran forma e anche il vecchio Pietzker, laggiù, credo che non tirerà le cuoia tanto presto. I fatti risalgono al 1806. Al tempo era soldato nel reggimento Möllendorf e pare che Napoleone, vedendo che le cose a Jena non procedevano bene, abbia detto: “Ma chi è quel tipo? In tutta la mia vita non ho mai visto nessuno come lui”. L’imperatore, ritrovata un po’ di serenità, fece scrivere a Mohr che aveva diritto alla grazia. E pare che quella grazia valga ancora, non sia ancora scaduta, perché il vecchio Mohr continua a ripetere: “Non possono, pur volendo non possono, ho la grazia dell’imperatore”».

La conclusione era in fondo giusta, ma ciò che la precedeva, cioè la narrazione della vicenda, era terribile e mi faceva rabbrividire.

Mohr era un uomo sulla quarantina, un bravo cabotiere che percorreva la rotta tra Stettino e Swinemünde trasportando ogni sorta di merci di cui faceva commercio. Si atteggiava a vecchio soldato, amava l’ordine e la dignità, era un uomo alto, robusto e stimato.



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